Open Innovation Management

L’innovazione è la parola chiave della crescita e dello sviluppo delle aziende e dei luoghi in cui le aziende si collocano, e rappresenta sempre più un elemento cardine per garantire competitività prosperità alle imprese. Le organizzazioni aziendali si trovano all’interno di un processo di globalizzazione che porta alla riorganizzazione dei sistemi produttivi industriali in una produzione sempre più globale, che si contrappone alla specializzazione locale e all’addensamento delle attività produttive in luoghi capaci di offrire specifici vantaggi competitivi. L’approccio tradizionalmente proprietario e verticalmente integrato, definito anche modello “Closed Innovation”, presenta però notevoli limiti, considerato che il concetto di innovazione risulta ad oggi fortemente legato ad interazioni tra la dimensione interna all’impresa e le fonti di conoscenza e di apprendimento presenti al suo esterno. In questo contesto si inserisce un nuovo paradigma, molto studiato in letteratura ed applicato in realtà aziendali di dimensione variabile, introdotto all’inizio degli anni novanta come nuovo modello di gestione dell’innovazione: l’ “Open Innovation”. Secondo la definizione del coniatore del termine, Henry Chesbrough, il concetto di “innovazione aperta” fa leva sull’utilizzo da parte dell’azienda di fonti esterne di tecnologia e innovazione per stimolare la crescita interna, e si sostanzia in quei flussi di conoscenza in entrata e in uscita, che hanno lo scopo di accelerare il processo d’innovazione interna e accrescere i mercati per l’utilizzo dell’innovazione all’esterno. Open Innovation significa che le aziende dovrebbero sfruttare maggiormente idee e tecnologie esterne nel proprio business, lasciando che le proprie idee inutilizzate possano essere sfruttate da altre imprese. Questo processo richiede che le imprese adottino un modello di business aperto, che lasci fluire idee e tecnologie dall’esterno all’interno dell’impresa e dall’interno all’ambiente esterno. Questi processi includono attività di “inbound” e “outbound”, che si realizzano nell’acquisto e nella vendita di licenze, brevetti e, in genere, della proprietà intellettuale dell’azienda. Si instaurano così delle collaborazioni tra l’azienda e diverse fonti di innovazione, tra cui clienti e fornitori, aziende di altri settori, Università e centri di ricerca, enti ed agenzie governative, attività a supporto dell’innovazione e concorrenti, al fine di ampliare e rendere più flessibile la base di I competenze dell’azienda, ridurre e condividerne i rischi, e di conseguenza aumentare le performance innovative dell’azienda. In un contesto industriale come quello italiano, caratterizzato dalla prevalenza di realtà aziendali piccole o medie (PMI), un approccio più “open” può costituire una notevole fonte di vantaggio innovativo, andando ad integrare le scarsi od addirittura assenti competenze ed investimenti in R&D e di gestione dell’innovazione attraverso i risultati di attività innovative con l’esterno. V

La nostra particolarità consiste nella focalizzazione su processi di progettazione, implementazione e controllo, per individuare i servizi di supporto necessari alle attività, specificarli su misura, reperirli ed erogarli, garantendo la soddisfazione degli standard aziendali richiesti in termini di qualità, sicurezza, costi e tempistiche.